Attesa

attesaFreetown, Sierra Leone, Gennaio 2008

Via Senzatetto, Bologna

Da Repubblica.it

La fame, il freddo, la solitudine. E dopo l’aggressione di Rimini
un dramma in più: la paura. Ecco le storie degli ultimi
Paura quotidiana in via senzatetto
Viaggio tra i clochard di Bologna
Sono un relitto di povertà arcaiche esito non previsto nella società dei consumi
Le loro storie si somigliano tutte: normalità distrutte da due o tre crolli ravvicinati

di MICHELE SMARGIASSI

BOLOGNA – Gli inquilini di via Senzatetto non rispondono mai al citofono. Perché se qualcuno "suona", è solo per suonargliele. Quante volte Giuseppe è stato svegliato nel cuore della notte da un calcio nelle reni. Peggio, sui piedi. Sono delicati i piedi quando dormi per terra, sui cartoni. "Il freddo te li congela, sono rattrappiti, basta un colpetto per vedere le stelle". (continua a leggere)

Da sottolineare quella frase: sono un relitto di povertà arcaiche esito non previsto nella società dei consumi. Sì, un esito non previsto, ma in crescita. E dunque non è un relitto. Questo articolo dimentica di farci notare che quello che accade a queste persone potrebbe, in modo non poi tanto remoto, accadere a ognuno di noi. Per scivolare basta poco, e rialzarsi è quasi impossibile. Per gli abitanti di via Senzatetto la social card non è prevista.

Un consiglio di lettura sugli scarti (anche umani) da smaltire nella società dei consumi: Vite di scarto, di Zygmunt Bauman.


Scomparire


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Fotografie di Sarah Moon

Bare oniriche delle quali disfarsi notte tempo, magari dove il fiume è nascosto da un canneto e nessuno possa vederti. Proprio là, nel punto preciso in cui si suicidano quelli disperati, che così ti hanno consigliato di fare. Vengono da soli, diceva il consigliere, qualche volta in coppia, e lasciano scivolare le automobili a fari spenti dentro il vortice. E poi terrazze senza vista se non quella di altri palazzi e altri palazzi ancora e finestre spalancate oltre le quali si consumano incesti che mai hai neppure immaginato. I sogni reclamano, è l’infanzia sepolta -tradita?- che urla la sua rabbia. Scrivere è il solo gesto che so opporre alla vita. E scrivere è -anche quando si dice IO (e al contrario di quello che credono quasi tutti)- scomparire.


Prossimi appuntamenti


Sabato 29 novembre, a Casalecchio di Reno, nell’ambito della rassegna Politicamente Scorretto: ore 15, Casa della Conoscenza: Bologna incontra Milano: Eraldo Baldini, Andrea Cotti, Sandrone Dazieri, Paolo Roversi, Simona Vinci. Coordina: Marco Bettini. (Io parlerò di speculazione  edilizia e longa manu del partito del cemento in Emilia Romagna. Rovina, Edizioni Ambiente).


Sabato 6 dicembre al Noir in festival di Courmayeur: ore 10: Uscire dallo stereotipo: narrazioni e personaggi femminili nella letteratura di genere. Detective o vittima? Risolutrice di misteri o corpo freddo? Sempre più donne scrivono noir, gialli, horror, e le protagoniste femminili non sono più casi isolati. Quali sono le problematiche e i dubbi che si pongono le scrittrici nel restituire un’immagine di donna che non sia, sempre, la riproposizione di vecchi canoni? E quale il rapporto con la realtà, specie italiana, dove la questione femminile resta uno dei grandi punti irrisolti? A queste e ad altre domande rispondono le tre scrittrici straniere ospiti di Courmayeur 2008: Alicia Giménez-Bartlett, Liza Marklund e Sharon Bolton e tre scrittrici e sceneggiatrici italiane: Simona Vinci, Elisabetta Bucciarelli e Chiara Tozzi. Modera: Loredana Lipperini.


L’infinito bianco

top_images_criceto_con_lettereA Cuneo questa settimana c’è Scrittorincittà; sarò lì domenica 16 novembre alle ore 15,
Centro Incontri della Provincia – Sala Rossa


L’infinito è il luogo delle esplorazioni. Non semplicemente di quelle immaginate, ma soprattutto di quelle reali, concrete, quando un uomo decide di raggiungere territori che mai nessuno prima di lui ha provato a conoscere. Se poi questo infinito, muovendosi verso i Poli, è fatto di neve e di ghiacci, allora lo spettacolo che l’esploratore si ritroverà davanti agli occhi avrà bisogno, per esistere anche per chi quello spettacolo non può vederlo direttamente, delle parole dei grandi narratori. Per questa ragione Simona Vinci ha scritto un libro – in uscita per Rizzoli 24/7 Stranger all’inizio del 2009 e che la scrittrice emiliana viene a raccontare a Cuneo in anteprima – nel quale il silenzio è furore e i ghiacci si distendono per spazi infiniti, in un Circolo Polare Artico che è luogo geografico e metafora potentissima di quella solitudine che sembriamo temere più di ogni altra cosa. Nella forma del romanzo, invece, in Ultimo Parallelo (Rizzoli 207), Filippo Tuena ha straordinariamente raccontato la tragica spedizione antartica compiuta da Robert Scott tra il 1911 e il 1912, un viaggio che fu insieme avventura fisica e mistica, competizione e scoperta dell’umano. Piero Dadone introduce e modera una conversazione sull’infinito come ambizione estrema.